13 Aprile 2021

La gestione dei rischi nelle PMI – uni PILLS #5

L’attuale emergenza sanitaria conferma che non si fa mai abbastanza per prevedere, prevenire e gestire i rischi, rappresenta, se si vuole, un importante banco di prova per le imprese ed in qualche modo è un elemento proattivo per il sistema imprenditoriale. Il COVID-19 e l’evoluzione conseguente dei fattori di incertezza hanno mostrato l’importanza assunta dalla gestione del rischio per il corretto funzionamento del Controllo Interno in considerazione di un contesto divenuto più dinamico e volatile.

Certo già da tempo il rischio pandemico era conosciuto (il Global Risk 2007 A Global Risk Network Report del World Economic Forum segnalava infatti tale rischio); altrettanto certo è che la modalità della sua manifestazione ed il perdurare dello stato emergenziale sta mettendo a dura prova la capacità di reazione del sistema nel suo complesso.

Volendo limitare l’analisi al sistema delle imprese, la situazione di crisi generata dal COVID-19 ha evidenziato l’importanza di adeguati processi di risk management. Le imprese che già disponevano di un piano di gestione della crisi e di un quadro di riferimento ERM (Enterprise Risk Management) sono state, nella stragrande maggioranza, anche quelle che hanno mostrato maggiore capacità di reazione alla crisi. Soffermandosi alle PMI si può ritenere che l’attuale contesto ha innescato una presa di coscienza di quanto sia importante avere in “agenda” la gestione e mitigazione dei rischi, determinando il livello di tolleranza al rischio in chiave strategica ciò in un contesto che vede accrescere la percezione della “rischiosità” come quello attuale. Il messaggio o la lezione che si può pertanto trarre è che le imprese, soprattutto quelle di piccola e media dimensione, devono avere il coraggio di investire in risk management dotandosi così di adeguati processi per arrivare, se del caso, sino a mettere in continua discussione il proprio business model. Il “salto culturale” da fare è quello che deve far intendere il Risk Management come uno strumento manageriale che crea valore e supporta l’impresa e non invece come materia riservata ai risk manager o agli esperti.

Rimanendo sulla tematica dei rischi: anche i fattori legati al cambiamento climatico, con il progressivo incremento della temperatura media, sono tra le principali priorità che necessariamente debbono essere oggetto di analisi e gestione. Non è accettabile che le imprese non si preparino e non siano supportate da processi adeguati di risk management integrati nei processi decisionali. È necessario, come nei fatti pare già accadere alla luce dell’accresciuta sensibilità su tali tematiche, accelerare il processo di gestione dei rischi ESG (Enviromental, Social, Governamental). La crisi pandemica e i rischi emergenti, in particolare il Climate change, richiedono pertanto alle organizzazioni di adottare modelli di gestione predittivi con lo scopo di focalizzarsi su minacce e opportunità in grado di creare valore non solo economico, ma anche sociale e sostenibile. In tale contesto deve uscire rafforzata la capacità di sopravvivenza e di sviluppo nelle aziende di nuovi business model resilienti.

L’attitudine alla reazione e alla propensione ad operare con poche informazioni certe a disposizione in merito agli scenari futuri, assieme alla capacità di considerare anche gli scenari particolarmente avversi ma comunque (purtroppo) plausibili, sono e saranno elementi fondanti del sistema aziendale. La cultura del rischio, l’integrazione del Risk Management nel processo di pianificazione strategica ai fini del raggiungimento di un successo eco-sostenibile, volto ad un allineamento naturale tra mission, strategia, performance e rischio e la resilienza strategica, sono diventati elementi imprescindibili per lo sviluppo di un processo di gestione del rischio solido e stabile e rappresenta una importante sfida per gli anni a venire soprattutto per le organizzazioni che ancora debbono intraprendere tale percorso.

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